Cominciamo ad approcciare o aspettiamo la pensione!?
Eh si, il titolo di questo articolo è tutto un programma e fa anche un accostamento voluto con quella che è la nostra situazione economica in Italia, una situazione talmente rosea che non si sa nemmeno se ci daranno le pensioni… 🙂
Quindi ragazzi, se avevate scelto la seconda opzione del titolo vi conviene rinunciare e cominciare ad approcciare tanto la pensione molto probabilmente non arriverà! 🙂
Bene, a parte gli scherzi, se siete su questo sito scommetterei cento euro che anche voi soffrite di “ansia d’approccio”, cioè quel qualcosa di impalpabile che vi blocca come se foste un blocco di cemento nel momento in cui volete approcciare una ragazza.
Sapete cos’è che vi blocca di preciso? Sapreste dirmi esattamente cosa vi blocca?
Come dite? La paura!?
Mmm, si anche io avevo questa sensazione ed ogni tanto non nascondo che ce l’ho tutt’ora, ma tutti ce l’hanno, anche il più grande dei seduttori prima di approcciare una ragazza sente quella fastidiosissima sensazione di disagio che il 90% delle volte ci fa demordere.
Sabato scorso in un locale di Mantova ho approcciato a freddo due bellissime ragazze che stavano entrando per bere qualcosa, ma non me la sono sentita di fare né l’approccio diretto né il semidiretto (per vedere e conoscere i vari tipi di approccio guarda qui).
In quel preciso momento non me la sentivo e molto probabilmente è stata colpa dell’ansia d’approccio. Ho quindi deciso di fare un approccio indiretto che ha comunque portato i suoi frutti: non ci sono andato a letto ma ho conosciuto due bellissime ragazze e siamo stati tutta la serata insieme a divertirci.
L’importante però è farlo!
Ansia d’approccio: che cos’è?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare ai tempi antichi, quando per un uomo avvicinarsi ad una donna poteva essere una cosa molto pericolosa perché all’ epoca non ci andavano molto per il sottile , potevi anche essere ucciso da un rivale, come talvolta succede anche adesso, basta aprire i giornali o guardare il notiziario in televisione per rendersene conto.
Generalmente comunque, e per fortuna, viviamo in una società abbastanza civile ed evoluta dove questi casi sono ridotti ai minimi termini.
Quindi la primissima paura è questa, le altre paure quali sono? La paura del rifiuto.
Ti immagini andare a conoscere questa ragazza e lei magari ti rifiuta? Sai che onta subiresti!? Come lo giustificheresti al tuo ego e ai tuoi amici che ti guardano!?
No no ragazzi o andiamo a botta sicura sapendo che ci sta oppure ce ne stiamo al nostro posto, tranquilli e sereni con il bicchiere in mano! Mi sembra la cosa più saggia da fare, giusto?
Solo che poi pensandoci bene, mentre torni in macchina a serata finita, come ti senti?
Mentre pensi alla serata appena trascorsa, come stai? Ti senti felice o ti senti frustrato perché per l’ennesima volta hai fatto vincere una cazzo di paura che ti ha tenuto lì come un imbecille senza trovare il coraggio di fare un qualcosa di stupendamente naturale come conoscere una bella ragazza?
Io penso proprio la seconda, io penso che mentre torni a casa ti mangi le mani da solo perché si, forse potevi prendere un due di picche, forse potevi conoscere una ragazza stronza e arrogante che ti mandava a quel paese, ma forse invece potevi conoscere una ragazza in gamba, simpatica e gentile, magari la donna della tua vita.
E anche se avessi preso un due di picche, avresti potuto tranquillamente brindare a fine serata e sai perché? Perché finalmente saresti uscito dalla tua zona di comfort! Dal tuo guscio!
È vero anche che, soprattutto per i più timidi e i ragazzi alle prime armi, rimane più difficile andare ed approcciare a freddo con un diretto o un semidiretto, per questo è necessario un periodo di desensibilizzazione progressiva come la chiama Marco ( la spiega in Come conoscere donne nuove), che serve appunto a “scaldare i motori”, dedicandosi magari ad approcci a caldo o ad approcci a freddo ma indiretti.
Bene, questo sarà magari argomento di un prossimo articolo sulla seduzione, nell’articolo che stai leggendo voglio solamente cercare di far capire che è troppo importante vivere la vita che vogliamo e che non possiamo rimanere legati a delle catene invisibili, con il rischio di voltarci indietro tra qualche anno e capire quante occasioni e quante cose belle ci siamo persi.
E credetemi questo succede troppo, troppo, troppo spesso.
il Conte