“Il futuro del maschio”: oltre il Metrosexual?
Qualche settimana fa ero in libreria e tra tutti quei testi ho subito notato un libro interessante.
Il titolo è: “Il futuro del maschio” di Marian Salzman, Ira Matathia e Ann O’Reilly.
Sempre sulla copertina, in basso a destra, il libro recita: “Il nuovo uomo ideale: bello ma non perfetto; macho, eppure dolce. In una parola ÜBERSEXUAL.
“Übercheeee?!??!”
Ubersexual, cioè il nuovo tipo di uomo che viene identificato dalle autrici.
Vi ricordate come anni fa fosse nato il termine Metrosexual, cioè quella tipologia di uomo eterosessuale con caratteristiche e gusti che tendevano verso il femminile?
Il simbolo della Metrosessualità era (è ancora?) David Beckham, noto giocatore di calcio, che con le sue famose interviste in cui consigliava cosmetici aveva fatto scalpore.
Quello che propongono le autrici invece è un nuovo tipo di uomo: “[…]le cui caratteristiche sono passione e stile. E’ appassionato per quanto riguarda i suoi interessi, nei rapporti umani, nell’alimentare i suoi sensi mediante colore, gusto, profumo e tatto. E’ appassionato nel fare ed essere ciò che gli viene naturale, ciò che gli sembra giusto, piuttosto di ciò che gli altri ritengono che dovrebbe fare o essere. […] questi uomini sono i più attraenti (non solo fisicamente), i più dinamici e più affascinanti della loro generazione. Sono estremamente sicuri di sé (senza diventare sgradevoli), virili, eleganti e decisi a ottenere la qualità assoluta in ogni sfera della vita”
Uau! Che descrizione!
Ma nel libro c’è molto di più, i capitoli più interessanti sono quello riguardante i cambiamenti storici della figura maschile e l’immagine dell’uomo nei media.
Riguardo alla prima, viene tracciata l’evoluzione del maschio che passa dal padrone di casa assoluto degli anni ’50, alla rivoluzione hippy, alla Metrosessualità, facendo notare come dopo un perido in cui l’uomo era molto virile (gli anni ’50) si passa per contrasto agli hippy dai capelli lunghi (simbolo di femminilità) per poi trovare un qualche genere di equilibrio.
La parte sull’immagine dell’uomo nei media devo ammettere che mi ha colpito particolarmente, soprattutto quando parla di come la coppia Uomo stupido e grasso – Donna intelligente e bella, sia molto usata.
Basta pensare ad esempio alla serie “I Griffin”, a “La vita secondo Jim” o semplicemente a “I Simpsons”.
Roba da far accapponare la pelle!
Vi confesso che il libro ha delle pecche, spesso è ripetitivo e sembra non arrivare mai al punto.
Concludendo: non è sicuramente un libro “da leggere assolutamente”, ma ve lo consiglio se volete avere un’idea più chiara della mascolinità di ieri, di oggi, e di domani.
Reborn