Perfezionismo: come essere perfezionista in modo positivo ed efficace
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“Perfezionismo“, hai mai pensato a questo termine?
Ti faccio una domanda importante: al termine “perfezionismo” dai un significato positivo o negativo?
Essere “perfezionista” è un pregio o un difetto?
E’ particolare, perché in molti danno a questo termine un significato negativo e molti altri un significato positivo, e non sono molte le parole che possono vantare questa differenza di percezione.
Tranquillo, questo è un articolo pratico al 100% te lo assicuro, un articolo in cui parlerò anche di me e del mio rapporto con il perfezionismo, ma prima è importante farsi due “seghe mentali” sul significato del termine. 🙂
Andiamo quindi a vedere cosa dicono alcuni dizionari online:
Hoepli dà solo un significato negativo al termine perfezionismo:
Wordreference ci dà un significato prima neutro e dopo negativo:
Il dizionario del Corriere fa una netta separazione tra il significato positivo e negativo:
Ma allora chi ha ragione?
Il perfezionismo è negativo o positivo?
Nessuno ha “ragione” e nessuno a “torto”, dipende solo come intendiamo le cose, il significato che diamo a un termine è soggettivo, di conseguenza: basta capirsi 🙂 .
Questa ambivalenza ci dice però una cosa molto importante: il perfezionismo può essere sia positivo che negativo.
Il perfezionista efficace
Io sono un perfezionista efficace (o almeno ci provo 🙂 ).
Cosa vuol dire?
Il perfezionista efficace è colui che usa il perfezionismo a suo vantaggio, usa la ricerca della perfezione come strategia per migliorare, come abitudine efficace per raggiungere obiettivi ambiziosi.
Praticamente ogni persona di successo che conosco è, chi più chi meno e ha vari gradi, è un perfezionista efficace.
Questo non vuol dire che sia perfezionista in tutto, anzi, conosco persone che sono “normali” in tante cose che fanno ma nel loro campo sono dei perfezionisti e questo li posiziona tra i migliori.
Il perfezionista efficace usa questa sua caratteristica a suo vantaggio e non si fa soggiogare da essa, ha un rapporto particolare con gli obiettivi che si può esprimere con una metafora:
Il perfezionista efficace punta alla luna per arrivare alla vetta della montagna.
Sa bene che scalando non può arrivare sulla luna (perché la perfezione al 100% non esiste), ma la tiene comunque come punto di riferimento, così poi arriverà sulla vetta della montagna.
Ha anche un certo modo di confrontarsi con gli altri nel suo campo… senza nemmeno pensarci si guarda attorno e definisce con chi confrontarsi: si confronta con i migliori.
Mi ricordo che da piccolo un giorno andai a casa di un mio amico, e fatalità quel giorno aveva preso un brutto voto a scuola, lo disse alla madre aggiungendo che comunque non era stato uno dei peggiori, c’erano stati voti molto più bassi.
Lei lo guardò e gli rispose (te lo dico in dialetto vediamo se lo capisci 🙂 ):
Massa facile confrontarse con i peso, te dovaresito confrontarte con i mejo 🙂
In altri termini: chi si confronta con i peggiori lo fa per giustificare fallimenti, chi si confronta con i migliori lo fa per ottenere successi.
Certo, non essendo schiavo di questo confronto, non sentondosi male se non si raggiungono certi risultati, ma usando questo confronto in modo positivo.
Alcune dicono che confrontarsi con gli altri sia sbagliato, io non credo che sia così: inconsciamente tutti ci confrontiamo, è un meccanismo sociale molto importante, quindi a questo punto conviene farlo bene non trovi? 🙂
In ultima, il perfezionista efficace ha un sottile lato un po’ ossessivo che infatti è molto presente nelle persone che studiano sviluppo personale e seduzione, è un lato molto utile ma allo stesso tempo bisogna saperlo tenere a bada stando attenti che non si faccia esagerato perché esiste anche un altro tipo di perfezionista…
… in agguato nell’ombra…
… il lato oscuro della forza del perfezionismo… 🙂
Il perfezionista ossessivo
Io sono stato un perfezionista ossessivo (e in certe cose ammetto che lo sono ancora 🙂 , ci sto lavorando…).
Abbiamo detto che se sei un po’ ossessivo verso ciò che ti piace, ti motiva, se sei lievemente ossessivo nel tuo campo va bene.
Il problema nasce quando diventi veramente troppo ossessivo e perfezionista in senso negativo.
Sì, perché il perfezionista ossessivo è colui che incarna il lato negativo del termine “perfezionismo”.
Quand’è che il perfezionismo diventa negativo?
In primo luogo: quando è eccessivo, quando è troppo.
Quando una persona cerca troppo di essere perfetta sempre, di dare troppo, di essere sempre sempre sempre il massimo in modo esagerato.
Cosa succede in questi casi?
Accade che una persona così non riuscirà a essere sempre perfetta, quindi inizierà a sentirsi frustrata e ansiosa.
Ricerche cliniche dimostrano infatti che chi ha un lato perfezionista troppo forte è a rischio ansia e depressione (ovviamente parliamo di casi estremi, ma ci aiutano a capire.)
Di chi è la colpa?
Di molti fattori messi assieme:
- Mass media che parlano spesso di personaggi famosi come se fossero gli dei del nuovo millennio
- Pubblicità che ci rifila sempre uomoni perfetti e donne perfette (ritoccate con programmi di fotoritocco) vicino ad auto e abiti altrettamento perfetti mandando il messaggio “Se vuoi una donna perfetta devi avere un’auto perfetta, e se non ce l’hai sei uno sfigato”
- Ideali di successo errati: perché una persona deve per forza essere di successo?!
Mi spiego meglio su questo ultimo punto: sembra che ci avviciniamo sempre di più al modello americano di “successo” e “lavoro”.
Secondo questo modello devi correre correre correre per essere sempre il meglio, devi lavorare 10 ore al giorno altrimenti non sarai promosso: queste cazzate lasciamole a chi si uccide di lavoro e al perfezionismo oltreoceano, c’è perfino un termine, si chiamano “workaholic”, cioè una persona che non riesce a non lavorare come un matto. 🙂
Che, capiamoci, se ti piace va bene! Io amo il mio lavoro, ci sono giorni che tra consulenze, riscrittura articoli, creazione Ebook, interazione con gli utenti, mi vanno via 12 ore.
Ma primo, non è la norma, secondo mi piace da impazzire, terzo non “devo farlo”, ogni tanto “voglio farlo”.
Perché è sbagliato questo “dovere” che in molti sentono di essere perfetti?
Perché in molti casi deriva dall’esterno, e qui abbiamo il secondo caso in cui il perfezionismo ossessivo si fa presente!!!
Questo “dovere”, questi ideali di perfezione spesso dagli altri! Anzi meglio, e qui leggi molto attentamente: derivano da quello che pensiamo che gli altri vogliano da noi!
Facciamo psicologia spicciola ti va? Da cosa deriva tutto questo?
Ma ovviamente da genitori e insegnanti: da piccolo facevi qualche cosa di giusto e i tuoi genitori ti sorridevano, e la maestra ti dava un bel voto, facevi qualche cosa di sbagliato e i genitori ti sgridavano mentre la maestra ti dava un brutto voto.
Così, in un certo senso, hai imparato che l’unico modi di avere amore e approvazione dagli altri è fare sempre tutto giusto secondo i loro standard.
Ma cavolo: non siamo più bambini, decidiamo da soli cosa dobbiamo fare bene o no, e il mondo ci amerà comunque.
E soprattutto: chi ha detto che la perfezione, che il massimo, che il meglio, sia quello che ci impongono gli altri? Non possiamo deciderlo da soli?!
Decidi da solo cosa ti rendere felice, decidi da solo i tuoi obiettivi e cosa vuoi dalla vita, perché se non lo fai tu, qualcun altro lo farà per te.
Nella pratica: come essere un perfezionista efficace e non un ossessivo
Vediamo ora come stare ben alla larga dal perfezionismo ossessivo e utilizzare invece il perfezionismo efficace per raggiungere i propri obiettivi.
Ti farò alcuni esempi tratti da qualche cosa che è successo durante e dopo la registrazione dell’intervista perché gli esempi calzano proprio a pennello.
Allora… vediamo i vari punti da seguire…
1. Parola d’ordine
La parola d’ordine è: la virtù sta nel mezzo.
Essere perfezionista fino a un certo punto va bene, ti aiuta, ti stimola, esserlo troppo ti rende infelice e ansioso.
2. Non confondere mezzo e scopo
Il perfezionista ossessivo confonde il mezzo con lo scopo.
Ad esempio dopo l’intervista mi sono riascoltato e la mia voce non mi faceva impazzire, penso che il margine di miglioramento ci sia, già ci avevo lavorato in passato e ora è molto meglio (una volta era pessima 🙂 ) ma di sicuro ci lavorerò molto in futuro.
Il problema è che volevo rifare tutta l’intervista da capo. Ora, a parte il fatto mi avrebbe ucciso :-), non avrebbe avuto senso.
Perché?
Perché confondevo il mezzo con lo scopo: lo scopo era passare dei contenuti, non fare un corso di voce 🙂 .
Se mi fossi messo a fare il perfezionista ossessivo sulla mia voce probabilmente voi non avreste mai ascoltato nessuna intervista hahahha 🙂 .
Ciò, ripeto, non toglie il fatto che ci lavorerò in futuro.
Questo, ancora una volta, per farti capire che non dovete guardarmi come il superguru perfetto superman dei miei c……i, ma come una persona normalissima che è migliorata, una persona che ammette i suoi difetti e sa che puoo migliorare ancora, claro?
Questo è molto importante, quindi spero sia chiaro a tutti 🙂
3. Domande che ti devi porre
Se pensi di essere un “perfettino” chiediti:
- cerco spesso di essere perfetto?
- cerco sempre di essere il migliore ad ogni costo?
- ciò che sto facendo… è necessario che sia così fatto bene o sto scambiando il mezzo con il fine?
4. Accettati e migliorati comunque
E’ possibile accettare i propri difetti e migliorarsi comunque: questa sarebbe la miglior strada da percorrere.
5. Se in certe cose ti senti troppo perfezionista…
… impara a sbagliare un po’, impara a fare alcune cose “così come vengono”, è un esercizio molto interessante che io stesso ho fatto svariate volte (ovviamente non ti consiglio di farlo per cose importanti come sistemare un moschettone mentre scali una montagna 🙂 , usa il tuo buon senso per capirlo 🙂 )
Ciao perfettino! 🙂 hahahhaa
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