L’analisi va fatta a casa: come l’eccesso di analisi compromette la seduzione e cosa fare per evitarlo
Nell’articolo precedente del Gruppo Premium abbiamo visto come la quantità dei tuoi pensieri influenzi la seduzione.
Maggiori sono i pensieri che hai, maggiore è il tuo dialogo interno, peggiore sarà la tua seduzione perché invece di goderti l’interazione con una donna ti metti a pensare a mille altre cose.
Se mi chiedessero: “Qual è la cosa più importante e allo stesso tempo più sottovalutata nella seduzione?” , risponderei appunto il pensare troppo e, data la sua importanza, con l’articolo di oggi iniziamo a trattare una serie di modi pratici per ridurre il tuo dialogo interno, essere più presente, e quindi sedurre con molta più facilità e piacere.
Iniziamo quindi questa serie di articoli e manteniamo lo stesso argomento, così da fare in modo che alla fine tu abbia tutta una serie di strumenti pratici da utilizzare.
Ti racconto cosa successe a me per farti capire il concetto.
Cosa stavo sbagliando?
Iniziate a capire le dinamiche, i meccanismi, le regole della seduzione, andavo fuori con un bagaglio di conoscenze neanche lontanamente paragonabili a quelli di un uomo normale.
Sapevo cosa fare e quando farlo, guardavo le interazioni tra le persone e riuscivo ad intuire cosa stesse accadendo. Erano cose che non aveva mai visto prima, e quindi, come un bambino che scopre per la prima volta una cosa, la continuavo a fissare.
Il risultato non era però dei migliori, e non capivo il perché.
Certo, moooooolto meglio di prima ma cavolo, sapevo tutte quelle cose però, soprattutto certe sere, ero bloccato, e non parlo dell’approccio ma di tutta l’interazione.
C’era qualche cosa che non filava, qualche cosa che…. qualche cosa di troppo macchinoso.
Mentre parlavo con una donna il mio cervello analizzava costantemente la situazione e mi diceva “Ha fatto X e quindi è attratta” , “Ha fatto Y e quindi vuol dire Z” , “Ora si è mossa in quel modo così dovrei fare questo” ecc. ecc. , e questo dialogo interno era incessante.
Il problema era che non ero in connessione con il mondo, non mi divertivo più e il mio istinto, quello che avrei dovuto allenare, era sommerso da una quantità esagerata di pensieri.
Inconsapevolmente, non vedevo più una donna come una donna, ma come un serie di segnali da decifrare. Non mi godevo più la situazione perché la analizzavo fino allo sfinimento. Il luogo dove mi trovavo era diventato qualche cosa di scomponibile e meccanico.
Quando poi ho capito il problema, e ho iniziato a pensare meno, è stata una liberazione. Non solo la seduzione andava molto meglio, ma mi sentivo fisicamente meglio.
I troppi pensieri sono come una nebbia che in primo luogo ti impedisce di vedere bene, di percepire il mondo attorno a te, e in secondo luogo sono intossicanti, e nel momento in cui inizi a liberarti di essi la sensazione è quella di esserti liberato da un peso opprimente.
Quindi, cosa fare nella pratica?
La domanda prima di tutto è: cosa non fare?
Non devi analizzare la situazione mentre sei fuori, l’analisi va benissimo ma va fatta a casa.
Vai fuori, divertiti, trai piacere dal provarci con le donne e stare con le altre persone. Una volta a casa puoi metterti a pensare a cosa è successo e a cosa avresti potuto fare meglio in determinate situazioni.
A casa, puoi fare lo scienziato, con le persone, fai l’essere umano.
E se ti trovi a pensare troppo una volta che sei fuori? Cosa fare?
Innanzitutto, non combattere con i tuoi pensieri con forza, se lo facessi non faresti altro che generare altri pensieri, in un circolo vizioso che si autoalimenta.
In secondo luogo, compi un’azione, una qualunque.
Va bene qualsiasi cosa di immediato: canticchia, prendi qualche cosa, parla con qualcuno ecc. ecc.
Perché un’azione?
Perché l’azione è pratica e movimento. L’azione ti porta subito nel tuo corpo ed è appunto nel contatto con il corpo che ritrovi la sensazione di connessione con il mondo.